top of page
DONNA GIRAFFA - KAYAN 70X80 olio su tela

L'Arte non è classica, moderna o contemporanea.... 

l'Arte appartiene all'eternità.

DG

Il Bello che fa bene

Osservare il mondo e le sue meraviglie con ammirazione e curiosità, dipingere per catturarne la bellezza, bloccarla sulla tela e renderla mia, in eterno!

Con la mia pittura analitica desidero raccontare e condividere Bellezza, affinché attraverso l’arte, come fosse una grande lente d’ingrandimento, chi osserva possa accorgersi di ciò che, per distrazione o fretta, nella vita reale non riesce  più a vedere, non riesce più a cogliere.  

L’Attenzione alla bellezza è un valore, una pratica che si sta perdendo a causa della ricerca della quantità a scapito della qualità. Noi esseri umani, distratti, confusi, stanchi, alienati,  facciamo il grande errore di dare per scontato che tanta bellezza e tanta diversità siano eterne. La mia pittura assume una funzione narrativa e descrittiva nel porre l’attenzione sulla fragilità di tale bellezza e sulla diversità umana, antropologica e culturale che è una grande ricchezza.

I miei soggetti sono sempre stati perlopiù ispirati dalla natura e dai miei viaggi: paesaggi, luoghi, animali ma anche persone, volti, espressioni, sguardi che raccontano storie di vita. Nei miei dipinti c’è la sintesi di un momento vissuto, il racconto di una storia di vita, di un ricordo, il voler catturare un “pezzo di mondo” e renderlo eterno.

Paesaggi, luoghi, genti lontane ma anche tradizioni, usi e costumi sono elementi di studio e ricerca e da sempre per me costituiscono fonte d’ispirazione creativa e tutto ciò è chiaramente visibile nella mia produzione artistica.  

Una pittura contemplativa che  “entra” nell'essenza delle cose, nei luoghi e nell’anima della gente da me prima fotografata e successivamente ritratta su tela. Ne immortalo la bellezza e la condivido con chi, fruitore dell'arte, è mosso da stessa passione e sensibilità.

Con la mia pittura voglio dunque portare Bellezza perché come sostengo io: La Bellezza fa bene alla salute. Io concepisco il dipinto come un abbattimento ideale della parete di una stanza, una finestra sempre aperta sul mondo che ci dona, ogni volta che ne sentiamo l’esigenza, la possibilità di godere di questa bellezza.

Circondarsi di bellezza procura un naturale stato di benessere, ci conduce in uno stato di armonia e di equilibrio emotivo che ci fa riconciliare con noi stessi. Tutti abbiamo bisogno di circondarci di bellezza perché  aiuta a vivere meglio.  Per la bruttezza ci sono già i telegiornali, quindi facciamoci salvare dall’Arte.

Raccontarla in pittura è un voler porre l’attenzione sugli aspetti migliori dell’umanità e del mondo che ci circonda, un mezzo per avvicinare l’uomo all’uomo, l’uomo alla natura. Educare alla bellezza è una necessità impellente, oggi più che mai, per combattere squallore e rassegnazione.

Il mio non è solamente un messaggio di tipo ecologista ma anche e soprattutto una riflessione profonda sul nostro “essere viventi su questa terra” e su una auspicata inversione di tendenza che ci liberi dall’alienazione e dalla solitudine individualista in cui ci rifugiamo, nascosti dietro lo schermo di un cellulare, che filtra (e non solo in senso figurato) la nostra identità, per ritornare a  essere umani tra gli umani e nella natura.

Avendo maturato una mia ben chiara visione del mondo, in cui predominano tensione e intolleranza, bruttezza e insofferenza, ho fatto la scelta di percorrere la “strada del bello”.

E’ proprio quella tensione, quel disagio esistenziale, quell’insofferenza che vivo ogni giorno nell’osservare il “travaglio del mondo”, che mi spinge a dipingere paesaggi idealizzati, in cui predomina l’ordine, il silenzio,  lo spazio, la luce e quell’ampia prospettiva (anche simbolica) la cui visione ha la funzione di placare le mie tensioni e irrequietezze ed appagare quel bisogno di pace e di quiete che è difficile trovare nella vita reale.

“Credo che l'arte debba dare all'uomo momenti di benessere, di felicità, un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana. Invece gli artisti oggi preferiscono l'effetto shock e credono che basti provocare scandalo. La povertà dell'arte contemporanea è terribile, ma nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo.”  [Botero]

Penso che la pittura debba rispondere innanzitutto ad una esigenza personale ed individuale dell’artista.  Pertanto credo fermamente nella libertà espressiva dell’artista di “subordinare” il linguaggio pittorico innanzitutto ad una personale esigenza comunicativa. Quella libertà che porta alcuni artisti a rappresentare inquietudini e tensioni e altri artisti, invece, ad esorcizzarle ricercando il bello.

La bellezza da me rappresentata è volutamente priva di tensione e vuole essere proprio una risposta a quel disagio esistenziale che avverto e che ci circonda. La mia pittura è innanzitutto un dialogo con me stessa, con la mia natura più autentica, che sente forte l’esigenza e la necessità impellente, oggi più che mai, di depurarsi dai mali del mondo e di combattere, con l’arma del bello, squallore e rassegnazione, donando visioni di equilibrio e di pace.

Daniela Gargano                                                                                                                   

bottom of page